1.6.10

treni

Treni.
Lunghi, veloci, ritardatari, puzzolenti, ingiusti e indifferenti treni.
Non mi capita quasi mai di prenderli, e forse proprio per questo, ogni volta è una novità, come un bimbo al suo primo giro in giostra. Ritorno piccola, stringendo le mani dei miei piccoli bimbi, agitata ed emozionata ai timbri del controllore, estasiata al repentino cambio di paesaggi oltre il finestrino.
Oggi però sono sola, niente bimbi da controllare, nessun orario da rispettare, soltanto una città vicina da visitare, perchè, come dice sempre mio padre : "sono ormai due anni che vivi in quella città, possibile che tu non abbia idea di cosa ti circonda?". Ha ragione, devo imparare ad essere curiosa, non lo sono quasi mai, maledetta pigrizia.
Adoro osservare e non renderlo palese, e la scena è stupenda, proprio ora, proprio davanti ai miei occhi : un ragazzo, e devo dire anche molto carino, fermo, nella parte opposta alla mia, che mi fissa, o forse mi guarda, o forse mi studia, o forse mi scruta, o forse (non capisco, lo vedo solo con la coda dell'occhio)... e accanto a me una ragazza, dal viso guardingo ed intelligente, che guarda lui, ed io..beh, io guardo lei; è vestita con i colori del sogno, ed è in grado di emanare carisma pur stando ferma, ed il modo che ha di osservarlo poi, sembra volergli dire fiumi di parole seppur regalando soltanto splendidi silenzi.
Se ci fosse un quarto osservatore vedrebbe una scena quasi comica, un triangolo di sguardi, rossori, occhi abbassati, mangiati dal turbinio di treni sulle rotaie.
chissà perchè tutta questa indagine poi....

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