30.6.10

fino alla fine dei giorni

Treno.Stazione.Scena da film. Città.
Sono suola, vuota, mi sento persa. Se non sono con i miei bimbi, se non ho il compito di guidarli mi sento quasi inutile. Ma ho fatto una promessa, di essere ciò che per il momento non sono, di diventare meno restia ai cambiamenti, più propensa ad allungare le gambe agli ostacoli, e...meno crudele.
Già, perchè, per quanto mi sforzi a non reputarmi tale,agli occhi degli altri (e per altri intendo...tutti) non sono altro che una doppiogiochista, una finta perbenista, un'acqua cheta, con una fragilissima e ben congeniata maschera da fatina dolce. E' quasi un gioco perverso il mio, assecondare la cattiveria altrui, o meglio, la Sua cattiveria; il mio Dio, il mio altare, il mio letto, i miei lividi, la mia passione, la mia ossessione. Lui, e solo lui. Fino alla fine dei giorni. Così mi ha detto. Ed io ci credo.
La scusa della città funziona benissimo, ma infine è soltanto un pretesto per assecondare i suoi piani. Mi ha anche regalato un nuovo telefono cellulare per rimanere sempre in contatto con lui. E ad ogni secondo un fremito, come qundo mi tocca, come quando mi sospira, ogni secondo speso per lui, ad aspettare un suo segnale, finchè, finalmente, arriva : "Kendra, l'insetto è caduto nella trappola del ragno. A breve ti aggiorno". Adoro quando parla di insetti, perchè le altre sono solo quello per lui. Soltanto io sono la sua farfallina.
Soltanto con lui io sono Kendra.

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